La psicoterapia sistemica-relazionale
a cura della Dott.ssa Barbara Miele
E’ una terapia di cambiamento individuale e di gruppo a lungo termine.
La Teoria relazionale si fonda sul principio che l’unità di osservazione per la comprensione del disturbo psichiatrico non è tanto l’individuo quanto la relazione tra gli individui.
La Teoria dei Sistemi consente di cogliere l’importanza dell’insieme senza dover tralasciare i sottosistemi e gli individui che ne fanno parte; è pertanto lo strumento più adeguato a descrivere le relazioni della famiglia o del “gruppo naturale”, inteso come un’unità strutturale-funzionale con modalità transattive proprie.
La modalità di applicazione clinica più rappresentativa è la Terapia della famiglia, attuata mediante l’intervento sulle relazioni famigliari appunto e più in generale sul sistema di appartenenza del singolo individuo, nell’ipotesi che le dinamiche familiari creino o perpetuino il ruolo di malato e designino un membro della famiglia ad impersonarlo. La “causalità circolare” costituisce dunque uno degli aspetti più significativi della relazione; non sostituisce la “causalità lineare”, ma la integra.
La terapia della famiglia prevede in genere una integrazione di modelli analitici, strutturali, strategico-strutturali e comportamentali.
Obiettivi
Gli obiettivi della terapia famigliare sono in parte strategici ed in parte strutturali, in funzione del modello teorico di riferimento.
Il metodo analitico tende a migliorare la consapevolezza di sé del paziente insieme con le sue relazioni oggettuali interne. Il metodo esperienziale mira alla presa di consapevolezza del problema, per come si inserisce nelle relazioni famigliari non solo attuali ma anche transgenerazionali, al fine di conoscerlo e porre in essere determinate misure contro di esso. Il metodo strategico intende risolvere il problema, per definizione il sintomo del paziente, con scarsa o nulla preoccupazione per la dinamica individuale o relazionale che lo determina. Il metodo strutturale infine ha lo scopo di ristrutturare il sistema familiare, ripristinando la presenza di confini che consentano il passaggio di un flusso adeguato di informazioni.
Caratteristiche
Le caratteristiche della psicoterapia sistemica-relazionale concernono come sempre la triade struttura-processo-contenuto.
La struttura non è naturalmente diadica ma comprende tutta la famiglia, sebbene i membri possano anche essere visti singolarmente. Sotto il profilo temporale, viene solitamente sviluppata un’articolazione in quattro fasi: la valutazione, il contratto, il trattamento e la conclusione.
Il processo si organizza intorno ad una serie logica di tappe strategiche che sono disposte in successione rispetto alle diverse fasi del trattamento. Queste tappe vengono spiegate in maniera chiara e diretta alla famiglia, al fine di giungere alla formulazione di una “mappa cognitiva” dell’iter terapeutico. Le tecniche utilizzate variano a seconda del modello impiegato.
Il modello psicoanalitico ha usato inizialmente le tecniche più comuni, come se si attuasse una analisi individuale in presenza dei congiunti del paziente. Ciò tuttavia non consentiva di intervenire sugli scambi interattivi e, più in generale, sulle relazioni in atto. Vennero quindi apportate delle modificazioni della tecnica analitica che tenessero conto dei differenti obiettivi che ci si proponeva di raggiungere.
Il modello esperienziale non è riconducibile tecnicamente ad uno schema ben preciso, anche se in qualche modo si avvicina a quello psicoanalitico. Si basa soprattutto sulla inventiva e sulla esperienza del momento, utilizzando l’assurdo, il gioco e l’umorismo come importanti fattori terapeutici.
Il modello strategico si basa essenzialmente sulla tecnica del “problem solving”, con prescrizioni che in genere devono essere eseguite dalla famiglia al di fuori della seduta.
Il modello strutturale si sviluppa invece attraverso prescrizioni da attuare nel corso della seduta, in modo che il terapeuta si accerti direttamente della “compliance” della famiglia e possa intervenire immediatamente per migliorare i risultati ottenuti.
Il contenuto della terapia sistemica-relazionale varia a seconda della tecnica utilizzata, ma in genere consiste nell’acquisizione da parte dei componenti del sistema familiare della capacità autonoma di affrontare e risolvere i problemi che derivano dalla gestione della malattia e dai conflitti ad essa collegati.
Indicazioni
La terapia strutturale non è mai stata utilizzata con successo per la schizofrenia; hanno dimostrato, invece, la loro validità la terapia esperienziale di Whitaker e l’approccio sistemico (derivato dalla terapia strategica) di Selvini Palazzoli.
Nei confronti della patologia depressiva sono stati proposti interventi di tipo strategico, sistemico e anche psicoeducazionale.
Nell’anoressia infine il trattamento familiare è considerato particolarmente indicato; buoni risultati sono stati ottenuti con l’utilizzazione sia del modello strutturale che di quello sistemico.